Appunti di una volontaria: Silvia Tomba

Silvia Tomba

Quando ripenso a quei giorni, li rivedo come un’esperienza davvero bellissima…
Nel momento in cui, per la prima volta, mi è stato proposto di accompagnare i ragazzi sull’isola dell’Asinara, in cuor mio, non ho avuto esitazioni.
Sapevo che sarebbe andato tutto bene, che sarebbero stati momenti davvero profondi ed importanti, tanto per loro, quanto per me. Il viaggio è metafora di vita e per questo è giusto che ognuno, almeno una volta, abbia l’opportunità di poterne fare uno, da solo o in compagnia, in cui sia possibile crescere, imparare, conoscere, ascoltare, osservare…
Non ho voluto prima della partenza ragionare troppo sull’organizzazione e sono stata contenta di questo: un programma aiuta lo svolgimento delle cose, ma spesso le limita e rischia di parare un po’ gli occhi e le opportunità delle situazioni contingenti.
I ragazzi mi hanno aiutato in tutto: ogni sera della settimana, infatti, dopo avere ragionato su quanto passato durante la giornata, si decideva insieme cosa si sarebbe voluto fare l’indomani, sperando nel tempo, che per fortuna, per la maggior parte dei giorni, ci ha assistito.
È stato meraviglioso osservarli…quante cose ho imparato da loro…quanto vale l’amicizia e un sorriso e come sia facile, infondo, tanto arrabbiarsi, quanto subito, darsi una pacca sulle spalle e chiarire.. non saranno mica quelli i problemi della vita, no?!
Ricordo con commozione specifiche circostanze e in particolare le riflessioni che allora feci circa la loro splendida naturalezza, spontaneità nel comportarsi (sempre benissimo!) e esplicitare le emozioni, positive o negative che fossero…fare un complimento non è facile, per noi, perché spesso entrano in gioco meccanismi troppo razionali, invece da loro ho imparato quanto è bello dire semplicemente quello che si pensa.
Oltre a innumerevoli splendidi momenti, custodisco come sacre le frasi che di volta in volta hanno riportato sul nostro diario di bordo e impressa nella mente ho la fotografia in cui, di spalle, Martina, Carlotta e Matteo, camminando si abbracciano fieri e contenti su un viale che pare non avere mai fine …